Botta e risposta tra il sindacato e l’Azienda sanitaria di Imola
Continua a distanza il botta e risposta tra la segreteria provinciale del sindacato FIALS della provincia di Bologna e l’Azienda Sanitaria Locale di Imola sullo sfruttamento continuo e immotivato dei professionisti sanitari. Infermieri, OSS e Tecnici sono ormai allo stremo delle forze e non ce la fanno più a sopportare e a supportare turni massacrati. La dirigenza sanitaria e infermieristica continua ad ignorare la questione e accusa il sindacato delle autonomie locali e della sanità di non informare correttamente la cittadinanza e gli stessi operatori. Sul caso si registra la pronta replica di Alfredo Sepe (segretario provinciale FIALS) e di Stefano De Pandis (delegato aziendale).
Ecco la contro-replica di Fials
“In merito all’articolo pubblicato su un giornale locale dal titolo Organici carenti, troppo lavoro – Ausl: Non e’ vero – spiegano Sepe e De Pandis – teniamo a precisare che non e’ lo stile del FIALS sindacato denunciare irregolarità o problematiche di vario genere solo sulla base di qualche lamentela, come l’AUSL con la sua risposta vuole far credere denunciando FIALS di procurare inutili allarmismi, ma siamo soliti andare fino in fondo nelle questioni che i nostri iscritti quotidianamente denunciano cercando di reperire dati e numeri che spesso l’Azienda tende a non fornire, nonostante le innumerevoli richieste che continuamente indirizziamo in Viale Amendola, richieste che non vengono prese nemmeno in considerazione dall’Azienda, un atteggiamento non consono da parte datoriale e sopratutto irrispettoso nei confronti dei lavoratori e del sindacato autonomo”.
“Quello dell’ASL è l’ennesimo bluff – dicono fa FIALS – che si ripercuote sulla pelle dei cittadini e degli operatori, abbiamo la documentazione che dimostra l’inadeguatezza degli organici , tanto da non garantire i riposi previsti dalla legge. Nello specifico ( dati in allegato) si evincono gli eventi in cui NON SONO stati fruiti 2 (due) riposi di 35 ore consecutive l’uno, ovvero un unico riposo di 70 ore consecutive per ogni periodo di 14 giorni consecutivi lavorati. Il DLG 66/2003 prevede l’obbligo di fruire di un riposo di 24 ore ogni 7 giorni, in casi particolari 2 riposi consecutivi nell’arco di 14 giorni , inoltre sono previste sanzioni pecuniarie ( da 200 a 500 euro) per ogni violazione della normativa”.
“Siamo sul Piede di Guerra, l’Azienda nega l’evidenza , la qualità delle prestazioni clinico assistenziali si abbassa vertiginosamente, il rischio per gli operatori aumenta in maniera esponenziale – chiosano dal sindacato – siamo pronti a ricorrere allo Sciopero Generale di tutti gli operatori della USL, se non verranno messe in campo azioni immediate volte alla risoluzione dei problemi.
Ormai allo stremo
Infermieri, Oss e Professionisti Sanitari continuano ad essere costretti a lavori decisamente massacranti e al salto continuo dei riposi previsti per legge. Lo riferiscono agli organi di informazione le segreterie provinciali e aziendali della FIALS di Bologna-Imola. A scendere in campo sono i rappresentanti Alfredo Sepe e Stefano De Pandis, che chiedono l’immediato intervento del sindaco imolese e dei Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione.
“Siamo sconcertati dalle condizioni lavorative in cui operano i professionisti sanitari dell’Ospedale di Imola, ormai quotidianamente veniamo allertati dai lavoratori del nosocomio imolese per problemi relativi a carenze di organico, carichi di lavoro eccessivi, rientri sul giorno di riposo, doppi turni anche nei giorni di festività, difficoltà a fruire di ferie e permessi, dulcis in fundo un atteggiamento poco collaborativo non tendente all’ascolto da parte dei dirigenti dell’Ospedale – riferiscono Sepe e De Pandis – manca personale nelle aree mediche e specialistiche, con evidenti ricadute sulla qualità delle prestazioni clinico/assistenziali a favore dei cittadini, vittime insieme agli operatori della politica disfattista dell’Azienda USL di Imola.”
“Particolarmente incresciosa la situazione in Medicina A sesto piano, dove oltre alla mancata sostituzione di due maternità da oramai troppo tempo, l’Azienda non ha provveduto alla copertura delle assenze programmate dei lavoratori nel periodo Natalizio nonostante ne fosse al corrente con largo anticipo, costringendo i dipendenti rimasti a turni massacranti, negando loro e alle loro famiglie il pieno godimento delle festività. Si registra un aumento degli infortuni sul lavoro dato dalla costante richiesta di impegno ai lavoratori a compensare carenze strutturali che si esacerbano puntualmente durante le festività e ferie estive. Come se non bastasse l’avvio imminente del programma GAAC (per richiesta e approvvigionamento farmaci, solo per AUSL IMOLA e RIZZOLI in via sperimentale), proprio ad inizi 2019, ha comportato diversi ritardi/impossibilità agli infermieri di disporre e reperire tempestivamente farmaci e materiale medicamentoso, causando panico tra le corsie scatenando una ricerca frenetica di dispositivi, tutto a causa di svariate problematiche informatiche” – aggiungono.
L’Azienda, stando a quanto dichiarato dalla FIALS, tenderebbe al risparmio sulla pelle di lavoratori e cittadini: “sono infatti disponibili due graduatorie, una di infermieri e una di operatori socio sanitari, ma le assunzioni sono scarse e tardano ad arrivare, i tempi di reclutamento si allungano, non si comprende la non volontà della USL di potenziare gli organici di infermieri ed Oss ( unica spiegazione è quella tendente al risparmio)”.
“Migliaia le ore di lavoro straordinario accumulate dal personale ( infermieri, oss, medici) come per i giorni di ferie, motivo per cui è pendente verso l’ispettorato del lavoro un contenzioso tra FIALS e Azienda USL di Imola – continuano dalla FIALS – stessa situazione per i Medici, che superano il numero massimo di reperibilità e di ore lavorative settimanali definite dal CCNL, anche loro in grande affanno ed in grave criticità di organico”.
“Chiediamo al primo cittadino di Imola di intervenire politicamente sul Nosocomio Imolese, anche per tutelare la salute dei propri cittadini, troppe volte messa a rischio dall’organizzazione dell’Azienda USL di Imola – concludono Sepe e De Pandis – tecnicamente, alla luce delle normative 81/2008, 66/2003, CCNL 2016/2018, potrebbero esserci gli estremi per un Esposto ai Carabinieri del Nas, anche a tutela dei lavoratori di tutta l’Azienda, se non verranno fornite risposte e soluzioni alle criticità sollevate”.